Combustibili dai rifiuti – la nascita della Petroldragon

Nell’anno 1978 Andrea Rossi, che mai ha abbandonato la sua passione per la ricerca e per l’innovazione, ulteriormente stimolati da un contesto sociale e storico nei quali il problema delle fonti energetiche era di particolare attualità , intuisce la possibilità di trasformare i rifiuti di origine organica in un prodotto liquido molto simile a quel petrolio che quotidianamente viene estratto dagli strati più profondi della crosta terrestre.
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E’ noto che le masse di residui organici animali e vegetali, nel tempo, vengono trasformate in petrolio grazie alle elevatissime pressioni esercitate dalla forza di gravità ed ai gradienti di temperatura determinati dalla fusione del nucleo perennemente incandescente posto al centro della Terra. Allo stesso modo Andrea Rossi immagina la possibilità di creare artificialmente le condizioni ambientali necessarie per questo processo, esasperandole in maniera da accelerare incredibilmente trasformazioni chimiche e fisiche che in natura impiegano intere ere geologiche per attuarsi, come a simulare il lavoro che il nostro pianeta svolge in qualche milione di anni.
Innumerevoli sono state le difficoltà e gli ostacoli tecnici da superare per trasformare questa intuizione in un procedimento pratico, ripetibile e conveniente; i lunghi studi ed i ripetuti tentativi, comunque, hanno, passo dopo passo, portato allo sviluppo di una tecnologia con cui si è riuscito a simulare il fenomeno che avviene nelle viscere della terra, sottoponendo i rifiuti ad una serie di pressioni e di differenze di temperatura in atmosfera riducente, fino all’ottenimento di olio combustibile, carbone e gas (quest’ultimo utilizzato per la stessa alimentazione del processo).
Questa innovativa tecnologia viene brevettata dall’Ufficio Brevetti Cicogna di Milano nel 1978.
Per chi sia interessato a conoscere le vicende connesse ai difficili inizi ed ad avere una visione più completa del processo, potrà farlo leggendi i seguenti libri:
Petrolio dai rifiuti, Sugarco Editrice, Milano 1980
In nome del petrolio, GEI- Rizzoli, Milano 1983, ristampato da Mondadori nel 1985
Fin da subito le potenzialità della cosa appaiono rivoluzionarie ed in pochi mesi la Petroldragon (questo il nome della società nata per sviluppare e concretizzare questa tecnologia) , con un macchinario ancora piuttosto improvvisato e di realizzazione artigianale, riesce a creare due tonnellate di olio da dieci tonnellate di rifiuti di tipo organico, ovvero rifiuti recuperabili in quella frazione di rifiuti urbani costituita da carta, legno, plastica, alimentari e simili.
Nel 1978, con un investimento da parte di Andrea Rossi che ha già raggiunto parecchie centinaia di milioni di lire, la tecnologia di produzione di olio dai rifiuti, prende definitivamente forma ed il macchinario realizzato per attuare la trasformazione è a tutti gli effetti attivo e funzionante.
A breve l’Ing. Rossi, che gia’ ha trovato la strada per trasformare, con un processo di raffinazione il suo prodotto in altri prodotti raffinati pronti per essere immessi nel mercato, comincia una produzione continua del proprio olio, arrivando a produrre 20 tonn  al giorno.

Nell’anno 1978 Andrea Rossi, che mai ha abbandonato la sua passione per la ricerca e per l’innovazione, ulteriormente stimolate da un contesto sociale e storico nei quali il problema delle fonti energetiche era di particolare attualità, intuisce la possibilità di trasformare i rifiuti di origine organica in un prodotto liquido molto simile a quel petrolio che quotidianamente viene estratto dagli strati più profondi della crosta terrestre.

È noto che le masse di residui organici animali e vegetali, vengono nel tempo trasformate in petrolio grazie alle elevatissime pressioni esercitate dalla forza di gravità ed ai gradienti di temperatura determinati dalla fusione del nucleo perennemente incandescente posto al centro della Terra. Allo stesso modo, Andrea Rossi immagina la possibilità di creare artificialmente le condizioni ambientali necessarie per questo processo, esasperandole in maniera da accelerare incredibilmente trasformazioni chimiche e fisiche che in natura impiegano intere ere geologiche per attuarsi, come a simulare il lavoro che il nostro pianeta svolge in qualche milione di anni.

Innumerevoli sono state le difficoltà e gli ostacoli tecnici da superare per trasformare questa intuizione in un procedimento pratico, ripetibile e conveniente; i lunghi studi ed i ripetuti tentativi, comunque, hanno, passo dopo passo, portato allo sviluppo di una tecnologia con cui si è riuscito a simulare il fenomeno che avviene nelle viscere della terra, sottoponendo i rifiuti ad una serie di pressioni e di differenze di temperatura in atmosfera riducente, fino all’ottenimento di olio combustibile, carbone e gas (quest’ultimo utilizzato per la stessa alimentazione del processo).

L’innovativa tecnologia viene brevettata dall’Ufficio Brevetti Cicogna di Milano nel 1978.

Chi sia interessato a conoscere le vicende connesse ai difficili inizi, e ad avere una visione più completa del processo, potrà farlo leggendo i seguenti libri:

Petrolio dai rifiuti, Sugarco Editrice, Milano 1980;

In nome del petrolio, GEI- Rizzoli, Milano 1983, ristampato da Mondadori nel 1985.

Fin da subito, le potenzialità della cosa appaiono rivoluzionarie, e in pochi mesi la Petroldragon (questo il nome della società nata per sviluppare e concretizzare questa tecnologia), con un macchinario ancora piuttosto improvvisato e di realizzazione artigianale, riesce a creare due tonnellate di olio da dieci tonnellate di rifiuti di tipo organico, ovvero rifiuti recuperabili in quella frazione di rifiuti urbani costituita da carta, legno, plastica, alimentari e simili.

Nel 1978, con un investimento da parte di Andrea Rossi che ha già raggiunto parecchie centinaia di milioni di lire, la tecnologia di produzione di olio dai rifiuti prende definitivamente forma, e il macchinario realizzato per attuare la trasformazione è a tutti gli effetti attivo e funzionante.

A breve il dott. Rossi, che già ha trovato la strada per trasformare, con un processo di raffinazione, il suo prodotto in altri prodotti raffinati pronti per essere immessi nel mercato, comincia una produzione continua del proprio olio, arrivando a produrne 20 tonn. al giorno.